La classica vita da babbani, Londra, campo estivo della scuola privata St.Paul

« Older   Newer »
  Share  
Philippe Lloyd Cret
Posted on 5/1/2013, 15:35




Si sentiva un po' in colpa ad aver portato anche se non volontariamente il suo animale magico nella mensa, il ragazzo di nome Matt aveva reagito un po' male alla sua apparsa, nominando perfino il Ministero della magia, facendoli rieccheggiare nella mente questo timore. Non gli piacevano molto i tipi che minacciavano la gente o la ricattavano con simili discorsi sulla legge. Sicuramente l'amministrazione non ne avrebbe fatto un dramma o un articolo sul giornale per questo, al massimo ci saremmo beccati una sgridata, ma prese con leggerezza la faccenda e rispose con calma al suo accusatore, che era ancora lì a guardarlo:
<<beh so che non è saggio farlo vedere in pubblico, ma non è nemmeno saggio farsi non amico qualcuno anche prima della scuola. L'ha visto qualcuno? No, nessuno è venuto a controllare cosa fosse quel "coso". So anche che era un'eventualità, e visto che non è successo cercherò di stare più attento e di non farlo entrare per sbaglio nella mia valigia. Dai non possiamo mica rovinarci la vita pensando che adesso il ministero venga e dica all'istruttrice che dobbiamo essere arrestati!>>
Era un palese discorso fatto, ma poteva essere comunque efficace. Non conosceva bene nessuno dei due, l'impressione contava abbastanza, ma aveva le sue ragioni, forse per sbaglio una volta ha fatto una sciocchezza del genere e lo avevano rimproverato o punito pesantemente,potevano esserci mille motivi. Intanto, prese un altro boccone, abbastanza piccolo da essere masticato in fretta e nel caso avesse parlato di nuovo, volette anche aggiungere una citazione al discorso: <<dovrebbe essere il governo ad aver paura del popolo, non il popolo che ha paura del governo!>> Aveva il piccolo difetto di non riuscire a sostenere uno sguardo durante una discussione, infatti cominciò a guardarsi intorno, aspettando la risposta del, diciamo amico.
 
Top
Matis.
Posted on 5/1/2013, 16:07




Forse l'ha presa troppo sul serio, però così sul momento non è stata una cosa facile da gestire, e in ogni caso ha fatto solo quello che i suoi genitori gli hanno detto, lui è un ragazzo ligio alle regole, si fa tanti problemi, è vero, ma prende sempre una posizione, e anche se forse dopo se ne pente, sul momento non gli interessa ed è pronto a mettersi da solo contro il mondo. In ogni caso la situazione richiedeva che lui dovesse qualcosa. Mangiò l'ultimo boccone, si pulì la bocca con il tovagliolo e mise a posto le forchette.
"sei fortunato che nessuno abbia visto, in ogni caso fai altre stupidate dentro.." si zittì poiché passarono due ragazzi a fianco a loro. Aspettò un momento e con voce più bassa continuò "fai altre stupidate così dentro la scuola e vedi come toglieranno punti alla casa, e lì non si faranno molti problemi" avrebbe voluto aggiungere che avrebbe preferito in quel caso di non ritrovarsi nella sua stessa casa ma si trattenne.
"In ogni caso farò finta di non aver mai visto questo fatto"Guardò poi Nicole un po' divertito come per dirle "visto? Can che abbaia non morde".
Si strinse la piccola cravatta che aveva allentato per mangiare meglio e alzandosi si rimise la giacca della divisa della scuola. Continuò un po' con quel tono tra il comico e il serio che suonava lontano dalla loro età "Signorina Mason, in aula, fra poco" suonava come imperativo, come se fosse molto più adulto di lei, è questo che dava alla frase una sfumatura simpatica. Lasciò il vassoio lì e fece un passo per allontanarsi, poi girò la testa verso destra rivolta a Philippe, stava ancora mangiando, disse poche parole "Anche per te, quando avrai finito" dicendo così si allontanò dal tavolo diretto all'aula, evitando lo sguardo del suo amico pochi tavoli distante.
 
Top
Nicole Mason
Posted on 6/1/2013, 10:39




Nicole si stava distraendo dalla conversazione incominciata con i due ragazzi.
Il suo sguardo si era spostato nel tavolo di fronte a loro, dove aveva notato un giovane particolarmente attraente.
Mentre lo stava studiando nei minimi particolari, la voce di Philippe la riportò bruscamente alla realtà.
Questa volta la sua voce suonava più sicura, come se la paura fosse completamente svanita.
Disse che sapeva che era sbagliato portare creature magiche in giro per la scuola, ma in ogni caso nessuno l'aveva notato, e loro non avevo ricevuto nessun tipo di rimprovero.
In effetti, aveva ragione. Ma se fosse andata diversamente?
Se uno dei loro compagni di scuola avessi visto il Puffskein?
Ma Nicole non volle pensare alle possibili conseguenze, questa volta tutto era andato bene, ma la prossima volta potevano non essere così fortunati.
Dopo una piccola pausa aggiunse un'altra frase al suo discorso.
Era una citazione di un film molto conosciuto tra i babbani, V per Vendetta. Nicole la riconobbe subito, e rivolse un sorriso al ragazzo.
Era una frase giusta, ma non sempre veniva rispettata.
Matt gli rispose che non erano comportamenti che si dovevano tenere in pubblico, e gli disse chiaramente che non voleva finire nella sua stessa casata. Poi le rivolse uno sguardo come per dirle 'Visto? Mi sono trattenuto, nessun guaio' e Nicole dovette sopprimere a stento una risata divertita.
- Questa volta nessuno l'ha visto, ma magari la prossima volta potresti essere meno fortunato. Quindi, in futuro, stai attento - disse sperando che la questione fosse risolta.
Non voleva intromettersi ulteriormente nella discussione incominciata dai due ragazzi, quindi fini di mangiare il suo misero pranzo.
Qualche minuto dopo, Matt si alzò e li salutò, tra poco si sarebbero rivisti in aula.
- Ci vediamo tra poco, Matt - disse al ragazzo.
La divertivano le frasi di altri tempi usate da Matt, riuscivano sempre a strappargli una risata.
Diede uno sguardo all'orologio appeso alla parete, le lezioni sarebbero ricominciate tra cinque minuti.
- A tra poco, Philippe. Hai giusto il tempo per finire di mangiare! - disse al ragazzo indicandogli il grande orologio e allontanandosi dalla mensa.
Si avviò per il corridoio, raggiungendo la piccola sala dove era stata sistemata una vecchia macchinetta, aveva bisogno di un Cappuccino.
La sua mente era annebbiata, e questa non era una bella cosa, dato che l'aspettavano ancora quattro ore di lezione.
L'unica cosa che voleva era divertirsi.
 
Top
Philippe Lloyd Cret
Posted on 6/1/2013, 15:13




Ormai Matt e Nicole si erano allontanati, avendo finito il loro pranzo lo avevano più o meno salutato e si erano diretti verso il corridoio dell'aula. Matt se ne era andato per primo, salutando con strana eleganza, quasi comica, indicandogli anche di presentarsi in aula. Come non lo sapesse. Invece Nicole gli aveva detto di sbrigarsi a mangiare, era quasi ora di tornare in classe, istintivamente guardò l'orologio e vide che mancavano sì e no dieci minuti. Il cibo ormai si era freddato, tutto il tempo lo aveva passato con i suoi due nuovi amici, che sarebbero diventati anche i suo compagni di Hogwarts ,tra qualche tempo. Con la forchetta ripulì velocemente il piatto, dopodiché si alzò e per sgranchirsi un po' e digerire meglio, dirigendosi verso la sua aula. Camminava lentamente, osservando intanto il corridoio, dove decine di ragazzi e ragazze chiaccheravano o giocavano a carte, tutte persone comuni, credenti o no nella Magia, sarebbero tornati a casa e poi nella loro comune scuola. Mentre io, Matt e Nicole saremmo dovuti entrare nella più fantastica scuola di stregoneria del mondo, forse ci avrebbero messi nella stessa casa o forse ognuno in una casa diversa, potrebbe finire nella casa che più gli sarebbe piaciuta, Serpeverde, tutti ambiziosi sono lì a quanto aveva sentito. Al suono della campanella mancavano circa due minuti, tutto il tempo di arrivare in classe e ritrovare il suo amico e tornare in fondo all'aula, come al suo solito. Stavo già aprendo la maniglia della porta della classe, quando un ennesimo ronzio lo aveva interrotto: Joufflu si era di nuovo svegliato e si divincolava nella mia tasca per uscire. Mi portai la mano alla tasca e tornai indietro di corsa, evitando di scontrarmi con gli altri alunni: corsi verso le scale per salire nelle camere maschili, dove trovai la mia cioè la numero 11 e più in fretta che potevo aprii la mia valigia per far entrare il mio animaletto: non la sigillai completamente per far entrare l'aria, comunque non poteva liberarsi da lì dentro,nessuno poteva vederlo e emetteva al massimo un ronzio, forse sarebbe stato scambiato per un cellulare. Quando scesi la scalinata per tornare in classe, mancavano appena qualche minuto, quasi tutti erano entrati nelle classi. Camminai a passo svelto verso la mia classe, dove gli altri stavano già entrando, poco prima della campanella: stranamente era arrivato in anticipo, cercò con gli occhi il suo amico Paul, che si era addormentato in anticipo, vicino a lui c'era un ragazzetto con gli occhiali rotondissimi e i capelli biondi, che guardava nel vuoto, sembrava in trans. Poiché il posto vicino a lui era occupato, andò qualche banco in avanti, un po' più vicino a suoi due nuovi amici, nonostante non fossero ancora arrivati. Chissà cosa sarebbe successo durante la lezione.
 
Top
Matis.
Posted on 6/1/2013, 16:53




Tutto era confuso nella sua mente, perché due, e sottolineava il due, maghi si trovavano nella sua scuola, cioè, forse non era così raro trovare un mago, magari il mondo ne era pieno, eppure...forse a lui piaceva restare nella convinzione che era uno dei pochi, che era speciale, e allora decise di tenere quella versione, e poi qual era il problema? Tutti potevano essere maghi, non tutti dei bravi maghi, lui sarebbe stato più bravo di loro, o almeno questa era la sua convinzione. Attraversò l'intero corridioio, alla fine del quale si fermò prima delle scale, il cellulare aveva vibrato, lo prese e lesse il messaggio, era il suo migliore amico che con fare molto ironico gli chiedeva se si era divertito. Per uun attimo gli venne anche il dubbio che forse anche lui aveva potuto vedere l'animale, ma poi si disse che anche se fosse non era un problema suo. Si girò per controllare se fosse in quel corridoio, ma non c'era, allora gli rispose con un semplice "sì" e rimise a posto il telefonino iniziando a salire le scale che lo portavano verso il corridoio della sua aula, un po' scocciato dalla battutina ma anche dispiaciuto di aver risposto così freddamente. Fuori pioveva ancora anche se ad una prima occhiata l'intensità sembrava diminuita. Meglio così, la pioggia non gli piaceva. Guardò l'orologio, mancavano cinque minuti all'inizio delle lezione, sperava di aver più tempo per parlare con calma. Iniziò a percorrere il corridoio del primo piano passando in rassegna ogni porta, ogni finestra, gli sarebbe mancato tutto, ma doveva farsi forza e lasciarsi tutto quello dietro le spalle; entrambi i suoi genitori gli avevano detto che sarebbe stato semplice, si sarebbe ambientato subito. Sperava fosse veramente così. Passò qualche momento guardando fuori dalla finestra, poi si avvicinò alla porta dell'aula. La aprì, guardò un po' gli studenti all'interno, vide Philippe ma ormai c'era troppa gente, non poteva parlare. Andò a sedersi, vicino c'era già il suo migliore amico, lo stesso che poco prima gli aveva scritto. Si sedette e non disse una parola, non sapeva cosa dire. La campanella di inizi delle lezioni si fece sentire.
 
Top
Nicole Mason
Posted on 7/1/2013, 17:28




Nicole camminava velocemente lungo il corridoio, oltrepasso il laboratorio di biologia e quello di informatica, poi svolto a sinistra e si ritrovò in un corridoio identico al precedente ad eccezione dei quadri appesi al muro.
Questi non erano come i quadri magici, che si muovevano e si scambiavano informazioni, rimanevano semplicemente immobili.
Entrò nella seconda aula a destra, una piccola stanzina abbastanza luminosa.
La sala era affollata di studenti, tutti in fila davanti a una vecchia macchinetta che non dava nemmeno il resto.
Si chiese come mai tutta quella gente aveva scelto proprio quella giornata per prendersi qualcosa di caldo da bere, non aveva mai visto l'aula così affollata, e lei in quella scuola aveva trascorso molti anni.
Sicuramente sarebbe arrivata in ritardo a lezione, e la Wilkinson l'avrebbe rimproverata.
Era nota tra i docenti come una ragazza che non rispettava le regole, ma nello studio otteneva buoni risultati.
Riuscì a intercettare un pezzo di una conversazione tra due ragazzi, stavano dicendo che la macchinetta al secondo piano era di nuovo rotta.
Nicole ne rimase sbalordita, da quando era al campo si era già rotta due volte!
Forse avrebbe potuto suggerire al preside di cambiarla.
La fila si accorciava lentamente e lei incominciò a riflettere sugli avvenimenti avvenuti poco prima.
Era felice di conoscere qualcuno che l'avrebbe accompagnata nel suo viaggio a Hogwarts, qualcuno con cui potersi confidare liberamente.
Con loro avrebbe potuto essere se stessa, senza nascondere la sua parte magica.
Sua madre le aveva sempre raccontato la bellezza di quella scuola di Magia, le aveva detto tutte le sue avventure.
Ma vederla di persona era tutta un'altra cosa, Nicole ne era certa.
Si chiese in quale casata sarebbe finita.
Sua madre era stata smistata a Grifondoro, e anche lei aveva un debole per quella casata.
Ma non era lei a decidere la sua sorte, questo compito spettava al Cappello Parlante, e Nicole si fidava ciecamente di lui.
Era sicura che l'avrebbe assegnata alla casata che più si avvicinava al suo carattere.
Finalmente arrivò il suo turno e distolse questi pensieri dalla mente, infilò le monete nella macchinetta e aspetto di ricevere il suo Cappuccino.
Era la bevanda babbana che preferiva, adorava l'essenza del Caffè mista al dolce del latte.
Dopo qualche minuto stava uscendo dalla sala, degustando il Cappuccino bollente.
Non fece in tempo a fare un altro passo, che il suono della campanella risuonò forte in tutta la scuola.
Percorse velocemente il tratto che portava alla sua aula, fiondandosi in classe qualche minuto dopo la fine della pausa pranzo.
Ma la Wilkinson era già seduta dietro la cattedra e le rivolse un occhiata furibonda.
- Scusi il ritardo, professoressa. Alle macchinette c'era un fila tremenda! - disse alla docente mentre si accomodava nell'unico posto rimasto libero in seconda fila.
Mentre si avvicinava al banco, scorse tra i compagni Matt e Philippe e rivolse a entrambi un sorriso.
Era sicura che qualunque fosse il motivo del suo ritardo, la Wilkinson non le avrebbe mai creduto.
 
Top
Philippe Lloyd Cret
Posted on 7/1/2013, 18:31




Tanti pensieri passavano per la testa del ragazzo: quei due suoi nuovi amici che l'avrebbero "accompagnato" nella sua strana, insolita e fantastica avventura.
Certo, insolita per una persona comune che non avrebbe mai conosciuto la magia o la scuola migliore che potresti mai frequentare, ma per chi conosceva queste cose, come questo simpatico trio che avevano formato da quasi studenti.
Chissà quante cose avrebbe imparato, il suo primo incantesimo, la libertà di poter mostrarsi senza paura, quante cose da scoprire e capire! Anche se non sarebbe stato tutto rose e fiori, avrebbe dovuto studiare molto, ma cosa c'è di meglio di creare pozioni,far levitare oggetti ed allevare piante parlanti?
Tirò un sorriso naturale, non seppe perché lo fece, forse era l'emozione che gli muoveva semplicemente la faccia, sorrideva sempre quando pensava ad Hogwarts.
Si stava ancora crogiolando nell'infinito piacere di spensierarsi in lunghe fantasie, quando sentì il richiamo della professoressa, non era molto contenta. Era stato parecchio disattento, e si vedeva, guardava alla finestra, aiutato dalla vista della pioggia per immaginarsi meglio la scuola che lo avrebbe presto accolto.
Si scusò con il suo insegnante per la distrazione, la Wilkinson però volle metterlo alla prova, chiedendoli semplicemente chi era Enrico VII, tema base fortunatamente per tutti gli adolescenti britannici. Lo aveva già studiato lo stesso anno, quando avevano cominciato le nozioni di Storia più complicate, passando dagli Antichi Romani alla storia inglese, italiana e la sua preferita, quella francese.
<<Allora...Enrico VII era un re molto colto. Visto che voleva separasi dalla sua moglie per risposarsi e il dogma cristiano non lo permetteva, separò questa chiesa affidata al papa invece affidandola al re in carica, permettendogli di risposarsi con Anna Bolena.
La professoressa mantenne la sua faccia seria, riportando gli occhi sul libro, continuando a leggere il resto della lezione. Per evitare di fare altre brutte figure, prese la pagina da quella da cui aveva cominciato a fantasticare e seguì la lezione. Ogni tanto posava gli occhi su Matt e Nicole, per vedere cosa stavano facendo: tenevano già prima di lui il segno, continuando a seguire il ripasso di Storia.

Muahahahah ho scelto la materia più noiosa del mondo e ora dovete studiarla!
 
Top
21 replies since 3/1/2013, 14:47   358 views
  Share